Un nuovo progetto culturale per la salvaguardia e lo sviluppo dell’ambiente trentino tra associazionismo e partecipazione delle comunità.
E’ risaputo come il territorio trentino possa contare sul supporto di una fitta base di volontari che, silenziosamente e con molta laboriosità, si dedicano, in maniera diversa, alla salvaguardia dei loro piccoli paesi, dei loro territori, delle loro tradizioni. Per quanto concerne la realtà che io presiedo, la Federazione Trentina Pro Loco e loro Consorzi, parlo di 180 proloco, 10 consorzi, 1 federazione, 20.000 volontari.
Quello che io definisco “un vero e proprio esercito di volontari”, agisce in maniera gratuita, sorretto da contratti definiti psicologici, nei quali la gratuità della prestazione lavorativa viene bilanciata dalla soddisfazione personale, dal riconoscimento dell’aver conseguito il bene comune. Le regole alle quali un volontario sottostà nell’esercizio delle sue azioni non sono regole formalizzate, non ci sono vincoli contrattuali che le governano; il tutto viene retto da quello che oggi si definisce appunto contratto psicologico (tema sul quale la Federazione sta iniziando un’approfondita ricerca), ovvero una serie di regole non scritte, non scrivibili, che conducono l’individuo a stare in un gruppo, rispettarne regole e modalità di partecipazione, disporre di tempo e forza lavoro non “retribuiti”.
Una vera e straordinaria risorsa dunque, per i nostri territori e per le nostre comunità, sulle quali gravitano delle sostanziali, lasciatemi azzardare il termine, “aziende non riconosciute”, dove al posto di impiegati e operai mettiamo i volontari, e dove al posto del profitto possiamo tranquillamente mettere “il bene comune!”. Un bene comune dallo straordinario valore visto che il fare cultura, intesa qui nella sua più larga accezione, ed il fruire cultura contribuiscono al miglioramento delle condizioni di vita.
Questa tipologia di partecipazione però, oggi, non è paragonabile a quella di qualche decennio or sono: lo sappiamo tutti come la velocità di cambiamento degli aspetti socio-relazionali della società odierna, spinga le persone ad allontanarsi sempre più dallo spirito del volontariato ed ecco che allora dedicare attenzione al tema della sua salvaguardia, risulta essere oggi molto importante. I cambiamenti della società, che noi non possiamo ovviamente modificare, possono però essere approfonditi ed analizzati e di conseguenza capiti; si possono applicare delle strategie per sfruttarne le forze e limitarne le debolezze, e l’approfondimento del convengo potrà, in un certo senso, dare un piccolo contributo.
Sottolineo come questi approfondimenti, apparentemente lontani da un immediato ritorno (sia esso economico che di conoscenza), assumano invece un’importanza primaria. Il benessere di una comunità non è legato solamente al profitto economico, per usare un indicatore a voi tutti conosciuto, all’aumento del PIL, anzi. Il benessere di una comunità aumenta invece quando le persone sono soddisfatte, quando le persone, partecipando, contribuiscono all’aumento del bene comune, quando le loro azioni volontarie vengono riconosciute e apprezzate; azioni che sono espresse nel fare associazionismo e nella partecipazione.
PER APPROFONDIRE IL TEMA, VI SUGGERISCO DI PARTECIPARE AL CONVEGNO!
ENRICO FAES