Oggi, come pensiero del giorno, voglio proporre una poesia a me cara: l’Albatro di Baudelaire. Questi versi, davvero intensi, sono stati fonte di ispirazione!
L’Albatro
Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,
grandi uccelli marini che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra
gli abissi amari.
Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re
dell’azzurro, goffi e vergognosi, miseramente
trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi
fossero remi.
Com’è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!
Lui, poco addietro così bello, com’è brutto e ridicolo.
Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un
altro, zoppicando, mima l’infermo che prima volava.
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride
dell’arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali
di gigante avanzare di un passo.
Charles Baudelaire – I fiori del male
A volte scriver
diventa poesia:
parole s’accostan
sonanti d’arguzia
in croci incrociate
d’ameno pensier.
Non leggi una riga,
capirla non puoi
la mente s’intriga:
sono walzer di sensi.
Accosti, o poeta,
del giorno i respiri,
trascrivi,
cullando,
emozioni quotidiane
diventate poesia…..
all’occhio tuo
d’albatro incompreso. E.F.
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