Turismo: il bradipo, il riccio, il camaleonte

Scrivo questo pezzo di ritorno dalla conferenza stampa di presentazione di un evento organizzato da una Pro Loco Trentina, nella quale, da un pensiero fugace, mi è scappato di definire la stessa Pro Loco come un “camaleonte”. Incuriosito dalla mia stessa fantasia, mi sono messo a pensare però che il paragone sia davvero pertinente ed attuale, e così mi è venuta in mente anche l’aggiunta del bradipo e del riccio.
E’ innegabile che oggi le associazioni di volontariato, e nello specifico, le Pro Loco, stiano passando un momento di difficoltà sia economica ma anche di identità. Se i problemi economici possono essere superati, quelli di identità invece sono più difficilmente risolvibili. L’approccio alla soluzione di questi problemi identitari non è sicuramente quello del bradipo: troppo lento, quasi pigro. Le Pro Loco non possono, oggi, stare ferme ad aspettare che il cambiamento arrivi da solo. Non è più il tempo di puntare il dito e dire “è colpa di..”, “vedrai cambierà”, aspettando tempi migliori. Il tempo passa, troppo velocemente, e restare fermi a pisolare non è sicuramente la strategia migliore. Neppure la strategia del riccio mi sembra la più adatta perchè fermarsi e buttare fuori gli artigli nel momento del pericolo può permettere, nella maggior parte dei casi, una sola risposta temporanea. La difesa però non è sufficiente, perché occupa troppe risorse che, a mio avviso, dovrebbero essere in parte utilizzare al pensare una strategia di attacco successiva. Ecco che allora arriviamo al camaleonte: si adatta al “colore” del momento, cambiando in base al cambiamento delle condizioni esterne, ed è pronto ogni qualvolta il mutamento si verifica. Vuol dire essere attivi, ricettivi, pronti e disponibili a fare proprie le condizioni che in quell’istante “colorano” il presente. L’oggi è così: veloce, mutevole ed i vecchi schemi a cui si è ancorato l’agire del volontariato turistico fino a qualche anno fa non sono più adatti. Il saper dare risposte al presente attraverso sinergie, collaborazioni, magari attraverso la ri-definizione delle proprie proposte di animazione turistica, il fatto di saper coniugare talvolta turismo con cultura e tradizioni in modo originale è la prova tangente di quanto simpaticamente ho provato a descrivere con il paragone animale. Tornando alla realtà, credo che la strada intrapresa da alcune Pro Loco Trentine, che ho potuto realmente percepire nel visitare alcuni eventi estivi, sia quella che permetterà allo straordinario mondo che presiedo, quello del volontariato turistico, non solo di sopravvivere a questo momento di difficoltà, ma di ritagliarsi un ruolo di primissimo rilievo. La strada è sempre in salita, lo sappiamo tutti, ma credo che con questo approccio “camaleontico” la salita possa diventare più agile da percorrere.

I’m writing this piece back from the press conference of presentation of an event organized by a Pro Loco, here in Trentino. During my speech I define the same Pro Loco as a “chameleon”. Intrigued by my own imagination, I started to think, however, that the comparison is very relevant and timely, and so I’ve come up with even the addition of sloth and hedgehog.
It ‘true that today’s voluntary associations, and specifically, the Pro Loco here in Trentino, are going through a difficult time. This difficulty is economical but is also a difficulty in terms of identity. If the economic problems could be solved, those concerning identity are more difficult to resolve. The approach to the solution of these problems of identity is certainly not the one I define the sloth solution. The sloth is too slow, almost lazy. The Pro Loco, today, can not stand still and wait for change to come alone. It is no longer the time to point the finger and say “it is the fault of ..”, “you’ll see change,” waiting for better times. Time passes too quickly, and remain steadfast in napping is definitely not the best strategy. Even the strategy of the hedgehog seems to be the most suitable because stop and throw out the claws at the moment of danger can afford, in most cases, a single temporary response. However, the defense is not enough, because it takes up too many resources which, in my opinion, should be partly used to think a strategy to attack next. So then we get to the chameleon. Why I say that the strategy of chameleon is correct? Because the chameleon adapts to the “color” of the moment, changes according to the change of external conditions, and is ready whenever a change occurs. It means being active, receptive, ready when the color changes. Today the old patterns in which the act of tourism volunteering is anchored are no longer suitable. Knowing how to respond to this through: synergies, collaborations, perhaps by re-defining their own proposals for tourist entertainment, the fact that sometimes is possible to combine tourism with culture and traditions in an original way is a concrete explanation of what I’ve tried to describe nicely with the animal comparison. Returning to reality, I believe that the path taken by some Pro Loco here in Trentino, (I could really feel in visiting some summer events) is the path that will allow the extraordinary world which I chair, the voluntary tourism, not only to survive in these difficult times , but to carve out a role of prime importance. The road is uphill, we all know, but I believe that with this “chameleon approach” the climb can become more agile to go.

Volontariato: un rimedio alla crisi

E’ passato quasi un anno e mezzo dal mio ingresso nel mondo del volontariato turistico. Un ingresso fatto con il botto, vista la triplice natura dell’impegno, anche se anche non ero estraneo al mondo del volontariato, anzi.

In questo anno e mezzo, con sempre maggiore interesse e curiosità, mi sono chiesto cosa muova, sotto sotto, tutte queste persone a prodigarsi, chi più chi meno, per un obiettivo che non risulta essere economicamente quantificabile. Me lo sono chiesto con forza, soprattutto nei primi mesi di attività, perchè il mondo che mi circonda, che ci circonda, è intriso di utilitarismo, di massimizzazione, di ritorno economico ed ero fortemente convito che quello fosse il propulsore dell’agire umano. Non che i miei valori fossero concentrati su quello, sia ben chiaro, ma sono dell’idea che, da quanto ci è fornito da media e televisioni, ossia da chi orchestra la nostra attualità, lo spirito della contemporaneità sia proprio concentrato sul ritorno economico personale.

Ecco che l’arrivo nel mondo del volontariato mi ha aperto le porte ad un’altra attualità, molto più piacevole: quella dell’agire associativo per un paese, per un territorio, per la sua gente, non finalizzato all’euro, ma finalizzato alla soddisfazione, alla felicità. Mano a mano che mi muovo tra le varie pro loco trentine scopro diverse forme di questo spirito volontaristico ed ogni volta la mia sorpresa e la mia curiosità cresce, perchè mi accorgo che la realtà è ben diversa da quella che ci vogliono far apparire. La realizzazione dell’individuo sarà anche legata all’aspetto economico, non si discute, ma dalle esperienze che trovo sui territori posso assicurarvi che quella realizzzione da sola non conta nulla.

Allora penso, sempre con maggiore convinzione, che anche questa crisi economica possa essere superata, in parte, con un piccolo rimedio: il rimedio si chiama volontariato (io spingo per il volontariato turistico), che implica relazione, condivisione, messa in discussione, che significa soddisfazione personale legata a quella degli altri, che significa, al finale, crescita individuale dentro una crescita collettiva, quello che la triste attualità del mondo del lavoro oggi non fornisce minimamente. I lavoratori oggi sono infelici, tristi, precari, incazzati, introversi e mi fermo perchè non voglio infierire (nemmeno con me stesso).

Se non ci credete, se pensate che queste mie parole siano buffonate, vi prego, prima, di prendere il tempo di provare, anche solo per qualche ora, a partecipare attivamente come volontari in qualche associazione/gruppo: ne vale comunque la pena, poi mi saprete dire!