Volontariato: la semplificazione burocratica è possibile.

Mercoledì 26 Luglio sono stato invitato ad intervenire ad una serata organizzata a Spormaggiore il cui tema era “la semplificazione burocratica a favore del volontariato”. Come chi legge il mio blog ben sa, nel novembre 2014, Federazione Trentina Pro loco (che presiedo) e Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale condussero un ricerca-azione sulla semplificazione giuridico amministrativa a favore del volontariato. E’ noto, purtroppo, come la burocrazia rappresenti per il volontariato l’ostacolo più ingombrante per la proposta e realizzazione di manifestazioni ed eventi e già allora profondemmo un grande sforzo per studiare prima e proporre poi una soluzione a questo grande problema.
Ora, a quasi tre anni di distanza dalla presentazione della nostra proposta, rimasta inascoltata, abbiamo accolto favorevolmente la deposizione di un disegno di legge, firmato dal Consigliere Ossanna e dal gruppo consigliare del Patt i cui contenuti si sono anche basati proprio sulla ricerca condotta, e siamo pronti per riprendere in mano la questione, perché quanto proposto potrebbe rappresentare un grande aiuto ai volontari trentini.
La ricerca e la proposta, però, vanno almeno presentati nei suoi punti principali, e di questo vorrei occuparmi nei prossimi post del mio blog.

1. la burocrazia è necessaria, almeno però mettiamola tutta insieme: inutile dirlo ma, a scanso di equivoci, va detto che le carte e gli adempimenti NON POSSONO sparire. In questo mondo molto delicato, le regole servono e devono essere rispettate: il problema è che per ogni regola c’è un diverso interlocutore e questo crea confusione. E’ bizzarro pensare di doversi recare in dieci uffici diversi per avviare una manifestazione. La nostra proposta di basava sull’idea di creare un unico contenitore virtuale in cui “raccogliere” i vari moduli e modelli.
Allego di seguito una presentazione divertente che espone gli incartamenti che occorre produrre per avviare una manifestazione, in modo che sia chiaro quanto espresso sopra. Le_avventure_della_pro_loco_di_fuori

2. mappare le realtà di volontariato è inutile, serve un sistema informativo che parta dal basso e che contenga le associazioni davvero attive sul territorio.  Si è sempre agito così in Trentino: mappare tutte le realtà di volontariato per poi proporre una riforma. Crediamo che questo approccio sia sbagliato: le associazioni di volontariato nascono e muoiono anche nel giro di pochi mesi. Non è forse meglio attivare un sistema in cui le stesse associazioni si autocertificano come vive ed esistenti, un vero e proprio registro unico in cui chi c’è è riconosciuto e chi non c’è no? Stimolare le associazioni dal basso è, secondo noi, meglio che studiarle dall’alto: dopotutto questo nostro approccio rappresenta l’essenza del volontariato: essere e fare per quello che si è e non per quello che vedono gli altri.

Mi fermo qui per oggi, ma vorrei raccogliere anche le impressioni da parte di voi lettori, perché solo con l’aggiunta di considerazioni ed idee si potrà arrivare ad una soluzione in grado di accontentare il maggior numero di volontari possibile.

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Le pro loco del futuro agli stati generali delle pro loco Ferraresi

Sabato 11 giugno è stato per me giorno di trasferta in Emilia Romagna. Ho raccolto l’invito degli amici Stefano Ferrari (presidente di Unpli Emilia Romagna) ed Enzo Barboni (Presidente Unpli Ferrara) e sono intervenuto all’incontro da loro promosso sullo stato delle pro loco ferraresi portando l’esperienza delle pro loco del Trentino. Ringrazio gli amici Stefano ed Enzo per avermi dato questa occasione, che mi ha permesso di raccontare anche cosa penso delle pro loco in generale.
Le pro loco sono associazioni di volontariato particolari perchè, rispetto ad altre, hanno ben specificato l’oggetto del loro esistere: produrre azioni, grazie all’encomiabile lavoro dei propri volontari, che siano adducibili ad azioni legate al turismo. E’ evidente che in questo mondo iper tecnologico le pro loco sono diverse da quella nata nel 1881 a Pieve Tesino o quelle nate negli anni ’50 e ’60. Oggi, a mio modo di vedere, le pro loco si devono occupare prevalentemente di animazione turistica, ossia la messa in atto di attività che, attraverso la valorizzazione di un prodotto o di una risorsa culturale specifica del territorio, riescono a legare, portare in paese, coinvolgere più persone possibili. Siamo associazioni che grazie alla nostra personale partecipazione in qualità di  volontari, riusciamo a garantire la partecipazione anche di altre persone, siano esse turisti, vicini di casa, viaggiatori di passaggio.

Il nostro spazio d’azione è quello delle esperienze: dobbiamo riuscire a fare in modo che le persone che vengono a contatto con noi, con la nostra gente, con il nostro modo di fare, ne rimangano colpite, se le portino via nel cuore e, perchè no, decidano di venire a ritrovarci l’anno successivo.
Inutile pensare che le pro loco possano fare grandi azioni di promozione turistica, intesa come la capacità di produrre azioni incisive sulla movimentazione della massa dei turisti. Questo non è il nostro compito, anche se pro loco molto strutturate riescono a farlo.
Per fare tutto questo le pro loco devono essere accompagnate e protette dalla parte che più limita questa azione di valorizzazione territoriale: la burocrazia. Gli organismi centrali di secondo livello dovrebbero sempre più occuparsi di questo: fare in modo che le pro loco abbiamo sempre meno pensieri legati al loro voler fare, garantendo sempre qualità e sicurezza sia ben inteso. In questa direzione abbiamo dichiarato, a Voghiera, di voler lavorare anche a livello nazionale: il Trentino in questo senso ha già ingranato la quarta marcia, mettendo a disposizione di tutti la propria esperienza e dichiarandosi disponibile a recepire tutti i consigli e le esperienze delle altre regioni.
Ne è evidenza il progetto di #fuori (www.fuoriapp.com), la app di promozione degli eventi delle pro loco, condivisa con Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Progetto che sta dando grandi soddisfazioni e che verrà presentato anche al Web Marketing Festival di Rimini come caso di studio su come il volontariato riesca ad attivarsi al meglio, utilizzando le nuove tecnologie.
Questi sono solo alcuni spunti di riflessione, condivisi a Voghiera, sui quali vorremmo costruire anche il futuro delle pro loco italiane.

Enrico Faes