Il profitto di ciò che si fa “non per profitto”

Oggi, dopo il week end passato a Santa Massenza (www.vitediluce.wordpress.com) non scrivo per raccontare di mercatini, scrivo per parlare di felicità, di benessere non economico, di realizzazione personale all’interno di quella collettiva. E’ un argomento davvero delicato e profondo, per cui i miei pochi rudimenti di filosofia saranno probabilmente insufficienti ma cercherò, con la semplicità che mi contraddistingue, di raccontare ciò che penso, ricollegandomi appieno a quanto scritto sul Corriere del Trentino la scorsa settimana. Il progetto “Vite di Luce” proposto a Santa Massenza, che include anche il mercatino artigianale, ha vissuto il suo primo week end, la scorsa settimana, ed il risultato, a mio parere è stato eccellente! Mi si potrebbe chiedere: tanti incassi? Tanta gente? La mia vera risposta: tanta crescita collettiva, tanta umanità, tanto calore e, soprattutto, tanto sviluppo culturale. Senza retorica, senza finto moralismo. In quanto sta accadendo a Santa Massenza, trovo la realizzazione di quanto Kant scrisse nel saggio “che cos’è l’illuminismo” (che riscopro in un articolo archiviato de La Repubblica nel 2011 di Marta Nussbaum) dove il filosofo propose uno sviluppo della cultura come capacità, insieme, di pensare con la propria testa e di pensare mettendosi nella testa degli altri, abbandonando così lo “stato di minorità” in cui l’uomo preferisce restare delegando ad altri il peso delle decisioni, della coscienza e della responsabilità. Il passaggio può sembrare articolato ma provo a declinarlo in realtà. Il gruppo che si è trovato a organizzare l’evento Vite di Luce ha proprio fatto quanto indicato da Kant: ha messo da parte lo stato di minorità, si è fatto guidare dalle intelligenze personali coordinate in un insieme ed ha proposto un evento condiviso, ragionato, per il quale tutti si sono dedicati con impegno e passione. Potrà pensare: e in tutto questo cosa c’è di anormale? C’è di anormale il fatto che gli organizzatori, gli espositori, i volontari ma anche tutti gli abitanti del paese stanno “vivendo” l’evento come non mai, mettendo attenzione, altruismo, generosità, raggiungendo, e qui cito sempre Kant, il profitto di ciò che si fa “non per profitto”: la correzione del “legno storto dell’umanità”, il non volersi rassegnare a essere minorenni (indipendentemente dalla età anagrafica), per quanto l’idea possa a volte risultare piena di profitti economici, senza contare poi che è tanto comodo essere minorenni!. Non mi si prenda per matto: Santa Massenza è un piccolo borgo di poco più di un centinaio di anime, e non vorrei farlo apparire come la culla di un moderno illuminismo, sia ben chiaro. Potrebbe essere però un esempio virtuoso di come un’idea piena di profitti economici (MERCATINO DI NATALE), possa essere trasformata in un’idea altrettanto ricca di profitti non economici, molto più importanti dei primi perché permettono di vivere in un contesto migliore, felice, condiviso e, alla fine, permettono anche di raggiungere, in maniera del tutto differente, profitti economici anche superiori.

Allora mi gratifica pensare che il tempo speso per ragionare insieme agli organizzatori sul come fare l’evento, sia stato davvero tempo speso bene, e vorrei auspicare che anche in altre occasioni si segua questa strada, soprattutto all’interno del mondo Pro Loco, per fare in modo che invece di un profitto economico anonimo, si possa raggiungere il ben più qualificante “benessere collettivo” in sempre più parti del nostro bel Trentino (città di Trento inclusa).

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Mercatini di Natale: a Santa Massenza un primo sostanziale cambiamento

Prendo spunto nel post di oggi, dall’articolo in prima pagina sul Corriere del Trentino di Isabelle Bossi Fedrigotti, la quale esorta a riflettere sul successo dei mercatini di Natale.
Condivido al 100% la sua analisi, non v’è da aggiungere una sola sillaba. Vorrei però raccontare la personale esperienza di quanto è avvenuto e avverrà a Santa Massenza, dove la locale Pro Loco, coordinata dal Consorzio Pro Loco Valle dei Laghi, ha deciso di intraprendere, con molto coraggio, proprio la strada auspicata dalla scrittrire Roveretana. Partendo  dal presupposto che il successo di un mercatino non può essere per sempre, gli organizzatori dell’evento di Santa Massenza si sono fermati a ragionare, impegnandosi per una decina di incontri, sul significato e sul valore del Mercatino di Natale e soprattutto sull’essenza del loro paese.

Cosa è nato dalla rilfessione? Che il mercatino è solo uno degli elementi di quanto in realtà il luogo possa realmente offrire; ecco allora che è nata l’idea di dare supporto alla valorizzare dell’artigianato locale, la produzione di Grappa, attraverso una manifestazione, che ormai da molti anni viene proposta con successo, organizzata da una associazione locale (Santa Massenza Piccola Nizza de Trent), LA NOTTE DEGLI ALAMBICHI ACCESI; è nata l’idea di valorizzare l’industria locale, ossia quella idroelettrica, in quanto a Santa Massenza è presente una delle centrali idroelettriche più grandi d’Europa; valorizzazione che passa attraverso uno spettacolo audiovisivo incentrato sul tema della corrente elettrica ma che passa anche attraverso delle visite guidate al mastodontico colosso produttivo tutto nascosto sotto la roccia. E’ nata inoltre l’idea di dare spazio alla creatività luminosa, attraverso la proposta di un concorso dedicato alla creazione di installazioni luminose da dislocare lungo le vie del centro dell’antico borgo di Santa Massenza.
Ma non ci si ferma qui; il Natale troppo spesso ai giorni nostri, con tristezza, si confonde con mercato-mercatini-commercio, mentre in realtà si tratta di tutt’altro. Ecco allora che si è dediso di dare importanza e rilievo all’aspetto spirituale del Natale, proponendo una fiaccolata ed un momento di liturgia caratteristico, in quanto sarà fatto con la “Luce di Betlemme”.

Artigianato, Industria, Spiritualità, Cultura e valorizzazione del territorio vengo quindi evidenziati attraverso un evento programmato con sobrietà e semplicità da un piccolo gruppo di volontari.

Se questo può sembrare poco, c’è da aggiungere un altro elemento importante e caratteristico: lo spirito volontaristico con cui tutto questo è stato realizzato. Decine di residenti che da un mese a questa parte si sono dedicati all’abbellimento delle vie del paese con uno spirito nuovo e genuino. Anche la riscoperta del valore della gratuità, dell’importanza della relazione umana volta al conseguimento di un bene comune più grande del “denaro”, è stato un rilevante traguardo raggiunto in questa edizione dei nuovi mercatini di Natale di Santa Massenza, che ora sono diventati, insieme alle altre manifestazioni collaterali, l’evento VITE DI LUCE.

Non so se la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti avrà mai modo di conoscere il programma di Vite di Luce e immagino che avrà altro da fare che prendersi il tempo di venire a Santa Massenza. Invito però amici e conoscenti a fare un giretto nei week end del 7-8, 14-45, 21-22 dicembre, perchè credo che ne valga la pena.

Quello che mi rende più soddisfatto in tutto ciò è che le persone si sono avvicinate, hanno condiviso un obiettivo comune, lo stanno conseguendo con felicità e, francamente, al di là degli incassi e dell’esito che la manifestazione avrà, questo è già un grande risultato ed una immensa soddisfazione personale.

www.vitediluce.wordpress.com