Turismo e riforme – Trentino

Vedo che il tema “riforma del settore turistico provinciale” sta avendo sempre più spazio all’interno dei quotidiani locali e credo che questo interesse trovi giuste motivazioni. Come già autorevoli e qualificate persone hanno scritto, una riforma va fatta senza indugio, per ridare slancio a tutto il comparto. Ho trovato tutti gli interventi davvero interessanti, alcuni condivisibili, altri meno, ma si può facilmente tratte la conclusioni finale che una “riforma” deve essere attuata quanto prima. Anche per quanto concerne il volontariato turistico ci sarebbero da fare alcuni approfonditi ragionamenti perché, quando si parla di Apt, spesso ci si dimentica di evidenziare come ci siano anche Consorzi di Pro Loco votati alla promozione dei territori cosiddetti minori. Esistono, ad oggi, 7 consorzi di promozione e 3 consorzi di coordinamento, quindi altre 10 strutture da aggiungere alle 14 Apt. Se per i consorzi di coordinamento, che gravitano su territori dove la promozione è affidata alle Apt (vedi Trento-Valle dei Laghi), la vita è ad oggi durissima (i tagli delle risorse registrati nel 2013 non permettono, ad oggi, una loro sopravvivenza economica), per i consorzi di promozione dobbiamo spendere parole di elogio, vista la virtuosità del loro operato. Con un decimo delle risorse riescono comunque a garantire efficacia ed efficienza: la Val di Ledro è un fantastico esempio di questa virtuosità. Dove sta la questione? La questione sta nel fatto che la base sociale di questi consorzi proviene dal volontariato turistico, dalle Pro Loco, che costituiscono la maggioranza (51%); maggioranza che troppo spesso non viene ritenuta qualificata dai restanti settori del turismo provinciale, perché i volontari sono, da sempre, considerati forze non qualificate, forze minori. Allora, nei tavoli di concertazione, i presidenti di questi consorzi hanno meno peso, meno importanza, quando invece meriterebbero tutt’altra attenzione. Quando si trova a condividere gli stessi spazi di ragionamento la logica del denaro (Apt) e quella del volontariato (Consorzi), nella maggior parte dei casi non si arriva a trarre nessuna conclusione e nessun beneficio, perché i binari di ragionamento sono, ovviamente e correttamente, completamente diversi. Ecco che allora mi piace pensare ad una riforma che preveda una suddivisione del territorio Trentino in aree ben definite dove ad occuparsi della promozione troviamo degli enti (da chiamare come si vuole, con la forma sociale che si vuole – ma tenendo in seria considerazioni gli assetti più virtuosi, non quelli più costosi) orchestrati da un’unica azienda forte e riconosciuta (Trentino Marketing), ed allo stesso tempo troviamo le più colorite espressioni del volontariato turistico, le varie Proloco, che si occupano di proporre una qualificata ed attraente animazione turistica, coordinate da un unico ente, la Federazione delle Pro Loco. Un equilibrio di ruoli e di funzioni, un equilibrio di attività e di promozione (che magari si cooridnano e si confrontano di frequente) che, anche con risorse ridotte, potrebbe comunque essere vincente.

Enrico Faes

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Turismo del futuro: ripartire dal basso

Trovo spunto per il mio pensiero di oggi da una frase di Carlo Petrini in cui mi sono imbattuto, casualmente, in una delle mie tante esplorazioni sul web. La frase, citata dal famosissimo gastronomo, giornalista e scrittore italiano recita questo: “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza”. Mai come in questi giorni, qui in Trentino, si parla di riforme per quanto concerne il settore turistico provinciale: un ragionamento necessario, visto che le risorse pubbliche sono in forte calo e visto che la maggior parte degli attori votati alla promozione turistica del Trentino sono sostenuti da contributi pubblici. Sono profondamente convinto che una delle possibili soluzioni per un riassetto ottimale del sistema turistico provinciale sia proprio quello di riformulare il tutto partendo dal basso; come afferma Petrini, sono per primi i cittadini ad essere gli attori principali di questa nuova ridefinizione, è il loro attivismo, la loro cultura, la loro cura verso il territorio in cui abitano che, oggi, può fare la differenza. Ovviamente ci vogliono le strutture, ci vogliono le aziende che fanno la promozione, ci voglioni i tecnici esperti nel settore, non v’è alcun dubbio, ma parallelamente a questi va riconosciuto, rinforzato e qualificato anche il lavoro dei cittadini attivi che, per quanto riguarda il territorio trentino ed il settore turistico, operano nelle molte associazioni Pro Loco presenti. Il loro NON è un ruolo marginale, è un ruolo complementare, questo deve essere riconosciuto una volta per tutte!

Sono reduce dall’organizzazione di un Prespe Vivente, fatto nel mio paese Calavino, grazie alla collaborazione di quasi una quarantina di persone (dieci delle quali sono da considerae veri e proprio lavoratori-artigiani, non volontari). Questa manifestazione non sarebbe la stessa se qualcuno ci costringesse a farla: non ci metteremmo amore, passione, dedizione, cura dei minimi dettagli e, in definitiva, non riusciremmo a portare ogni anno (da venti anni a questa parte) quei 1.500 turisti (siano essi ospiti, valligiani o turisti veri) che solitamente  vengono a visitare il Presepe Vivente di Calavino.

Concludo allora dicendo che, in tempi di crisi, la forza per ricominciare la possiamo trovare là dove c’è sempre stata, ripartendo dal basso, da quei volontari che tanto fanno e poco chiedono, semplicemente per l’amore del proprio paese, della propria città, del proprio territorio che in definitiva rendono turisticamente accogliente e grazioso senza nemmeno accorgersene.