Tassa di soggiorno in Trentino: i problemi non sono nella tassa

Quanto discutere si sta facendo attorno alla tassa di soggiorno che entrerà in vigore in Trentino a partire dal 1 maggio.

Più leggo le varie posizioni a riguardo e più mi rendo conto che il problema non sta nella tassa di per se stessa, ma bensì altrove. Si deve premettere che le risorse destinate alla promozione turistica sono in clamoroso calo rispetto al passato, e di questo tutti se ne devono rendere conto. Come mantenere, stante questo calo di risorse, le ingenti strutture delle 14 Apt, che fino ad oggi si sono occupate della promozione turistica trentina? Se la Provincia non può più permettersi di elargire contributi, occorre trovare un nuovo sistema e la tassa di soggiorno è, a mio avviso, il sistema migliore per farlo.

Detto questo reputo anche comprensibili le lamentele degli albergatori che, da quanto apprendo, si vedono costretti a ripensare alle loro strategie. Il problema, però, è ben altro ma nessuno si è mai preso la responsabilità di metterlo in evidenza: sono ancora indispensabili 14 strutture, con in media 10 dipendenti a testa (al costo aziendale minimo di 35.000 euro l’uno) che si occupano della promozione del loro piccolo territorio? Nell’epoca dei social, della rete, del diavolo che porta via, occorre davvero spendere tutte queste risorse per promuovere il territorio della Vigolana in Germania, piuttosto che quello della Val di Non in Olanda?

Io credo, con buona pace di tutti, che i tempi siano cambiati e che l’unico ente che dovrebbe preoccuparsi di promozione turistica dovrebbe essere la Tn Marketing, capace di portare la nostra invidiata farfalla in tutto il mondo. Secondo voi, un cinese o un russo (nostri nuovi interlocutori turistici) sanno decidere se San Martino di Castrozza è meglio di Pinzolo? Io credo che a loro, in caso, interessi venire in Trentino….poi poco cambia….

Le Apt poi, per attirare turisti, è giusto che organizzino eventi? Come diceva una volta mio nonno….con i soldi costruisco castelli anche io…..appunto…non ci sono già le Pro Loco, che si adoperano con il volontariato, ad occuparsi dell’animazione? Se date 200.000 mila euro ad una Pro Loco per organizzare un evento, vi posso assicurare che sono in grado benissimo di organizzare un “grande evento”, forse meglio di chi attualmente li organizza ma  dovrebbe occuparsi di altro.

Ecco allora che con queste sincere ed attuali verità, arrivo a dire che il problema non è la tassa di soggiorno, ma la struttura della promozione turistica trentina sulla quale, ahimè, nessuno ha fatto proposte per una seria riorgianizzazione. Il mio appello ad ASAT e UNAT a parlare di questi problemi, con estrema franchezza, perchè altrimenti la battaglia sulla tassa di soggiorno appare diventare una battaglia contro i mulini a vento.

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2 pensieri su “Tassa di soggiorno in Trentino: i problemi non sono nella tassa

  1. Concordo sul fatto che la tassa di soggiorno può aiutare a ricaricare risorse al comparto turistico trentino, e mi meraviglio del gran clamore che alcuni albergatori stanno facendo in merito.
    Mi spiego: basare la propria economia, o gran parte di essa sul turismo significa in qualche modo accettare un compromesso, “affittare” il proprio territorio in cambio di denaro. Mi sembra alquanto giusto e doveroso che chi “prende in affitto” questo territorio, spesso lasciandolo un po’ peggio di come l’ha trovato, debba compensare questo “consumo” con una tassa di soggiorno.
    Allargherei il discorso alle seconde case, ma qui andiamo su un paradosso un po’ più grande e che non mi sembra il caso di affrontare in questa sede.
    Interessante invece la riflessione sul comparto turistico frazionato male. Concordo sul fatto che è spesso imbarazzante vedere un prodotto (come HappyCheese, di questi giorni) promosso da: Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi (tra l’altro, complimenti per il nome), Apt Val di Fiemme e Apt Val di Fassa. Poi è vero che ci sono Apt che lavorano bene e altre che lavorano meno bene, ma la necessità di mantenere sotto un unico cappello tutta la promozione trentina mi sembra un’esigenza primaria. Per chiudere il cerchio, se dovessimo pensare ad una tassa di soggiorno interamente assorbita dalle Apt, saremmo punto e a capo, e avrebbero ragione alcuni albergatori: fa scappare i clienti e non porta niente.

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