Oggi, venerdi 29, leggo le dichiarazioni di Natale Rigotti che, tra le righe, criticando l’operato degli eventi proposti dall’azienda di promozione turistica di Trento, tira in ballo le pro loco e gli eventi da queste promossi, a mio avviso squalificandone il significato e l’importanza.
Ora sul pensiero di Rigotti riguardante gli eventi delle Pro loco non voglio entrare in merito: ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Faccio però una riflessione sull’intero impianto della promozione turistica, perchè credo sia ora di mettere i puntini sulle i.
Dall’inizio del mio mandato alla presidenza della Federazione Trentina delle Pro loco ho predicato quanto sia indispensabile che ognuno faccia il suo lavoro, e lo faccia bene. Trentino Marketing la strategia, Apt la promozione, le Pro loco l’animazione. Sarebbe talmente facile….ma invece le cose si complicano sempre enormemente.
Trentino Marketing, oggi, dopo alcuni anni di riassetto, sta effettivamente iniziando a lavorare sulla strategia: l’auspicio è che nel mondo i turisti vengano attratti dalla farfalla (nostro vanto), a prescindere che le ali della farfalla portino a Campiglio o in Paganella.
Le Pro loco, mi si permetta, dopo trent’anni, hanno proposto di cambiare i propri criteri di attribuzione delle risorse provinciali, una volta destinate su parametri quantitativi, ora invece destinate su parametri qualitativi, ossia sul valore dell’attività di animazione turistica proposta. Il cambio apportato alle pro loco non è stato sicuramente una passeggiata: si immagina cosa vuol dire ripensare il proprio essere associazione, il proprio operato, la propria attività per essere sempre più a servizio del turista? Quotidianamente qualcuno storce il naso ma, di fronte al cambiamento apportato per merito, nessuno può trovare scuse: cambiare significa anche mettersi in gioco e discutere del proprio ruolo.
E le Apt? Non ho trovato, fin’ora, grandi pensieri attorno al ruolo di questi enti. 14 aziende, tutte con forme societarie diverse, accomunate da un elemento che nessuno fin’ora ha tirato in ballo: la loro doppia veste. Sono aziende private che però vivono grazie a trasferimenti pubblici. Il classico uomo con due cappelli: quando servono soldi si mette il cappello della provincia, quando gli si chiede di rendicontare sulle spese o di essere trasparenti su alcune scelte usano il cappello del privato, quello che da il diritto di nascondere le cose. Ed eccoci arrivati al punto…alcune Apt, nei loro bilanci, espongono costi di “promozione” che sono i costi per la gestione di eventi o, peggio ancora, le Apt si creano la propria associazione sportiva o culturale, gonfiandola di risorse, per fare la corsa in montagna o la gara di bicicletta. Perchè fanno questo, mi chiedo io? Perchè, se nel triangolo perfetto (come succede in Alto Adige) le istituzioni dovrebbero avere il proprio ruolo, vanno a fare quello degli altri?
Non sarebbe più facile dare le risorse a chi già si occupa di animazione e fare in modo che le Apt si occupino realmente di promozione?
Ecco, allora, che comprendo lo sfogo di Natale Rigotti quando afferma che la promozione dovrebbe essere altro. Su questo punto mi trova d’accordo ma il mio essere d’accordo con lui significa ricordargli che sarebbero le pro loco ad occuparsi di animazione. Con l’occasione sono pronto ad affermare che se le pro loco potessero contare su un quinto delle risorse utilizzate dalle Apt per fare eventi, li potrebbero fare tranquillamente anche loro! Anzi, forse li farebbero anche meglio visto che notoriamente i volontari si trovano sempre disponibili e felici di fare attività per il loro territorio e per il loro paese senza essere pagati.
Ricordo a Rigotti che quando sente parlare di Ganzega d’Autunno, di Settembre Rotaliano, di Notte di Fiaba, di Feste Madruzziane, di Fiorinda, della Quattro Ville in Fiore, di Santa Massenza, di molti mercatini di Natale, di Stravinario, di Festa degli Asparagi e via discorrendo sente paralare di Pro loco, ossia di associazioni che dalla Privincia ricevono un contributo medio di 5000 euro decuplicandone il valore e producendo attività che portano vicini, simpatizzanti e sempre più turisti.
quale futuro per quali Pro Loco
Sono perplessa sui criteri per definire una manifestazione qualitativamente migliore di un’altra. Quali sono? affluenza? (Impossibile da dichiarare). Spessore culturale? Storico? Chi si mette a giudicare? E gli interventi di abbellimento/sistemazione?
Almeno il numero di abitanti era un criterio oggettivo.
Rispondere a questi quesiti in un breve testo non mi è possibile….i nuovi criteri verranno presentati a breve ma posso anticipare che non sarà l’affluenza un criterio di qualità e che ci affideremo alle APT o ai consorzi competenti per avere un giudizio (non vincolante) sulla turisticita’ dell’evento. Personalmente non credo che il solo numero di abitanti e di posti letto di un territorio costituiscano oggi un parametro significativo per stabilire un contributo pubblico. Grazie per aver posto questi quesiti; se posso avere la tua mail ti rispondo con maggiore dettaglio. Enrico