Eccoti qui,
fragile uccello,
vestito di quel rosso,
colore del tuo nome.
Posi le zampe
sul poggiolo di casa
luogo disertato da natura
ma per te familiare,
quotidiano,
come le briciole lì posate
dal dondolio di una tovaglia.
Mangi,
con umana calma,
ti fermi,
per un istante,
e ringrazi a modo tuo
chi, generosamente,
ti ciba
e con invidia, poi,
t’osserva nel cielo.