La viola, il Kajuk, il campo di Calavino….ciao Angelo

Ciao Angelo,
ieri sera, nel tornare a casa a pochi metri dalle nostre case, ho visto un annuncio in bacheca e mi sono fermato. Devo, onestamente, confessare che la vista della tua immagine mi ha davvero rattristato anche perchè è stata proprio inaspettata ed improvvisa.
Nel corso della serata, tra qualche telefonata ed un messaggio di ricordo scritto sui social, sono affiorati alcuni ricordi, momenti di vita vissuta, che hanno bilanciato lo sconforto della notizia della tua scomparsa: funziona così con le persone che lasciano il segno, ed è per questo che meritano di essere raccontati.

Le strigliate che ci tiravi da piccolini perchè giocavamo “alla tedesca” nell’area di rigore del “tuo” campo da calcio: sentivi la nostra presenza a cinquecento metri di distanza, la fiutavi proprio; le tue strigliate sono diventate mitiche e per noi ogni volta era una sfida il provare a non farci rimproverare. Scusaci se ogni tanto ti abbiamo fatto incazzare, ma la passione per il calcio ci portava a rischiarle tutte…
Il campo da calcio: una seconda casa per te che lo hai custodito con così tanta passione per molti anni. L’ US Calavino, la tua Fiorentina, unite dalla divisa viola che hai voluto venisse fatta per la squadra (anche se i colori ufficiali erano il rosso ed il nero) e che preferivi venisse indossata nelle partite importanti, quelle che contavano.
Il Kajuk (come cazzo si scriva sto nome Dio solo lo sa) il tuo cane Husky: non so se lo sai ma noi lo chiamavamo “Can Gnuc” tutte le volte che ci chiedevi se lo avessimo incontrato perchè ti era scappato di casa; era un modo per prenderti in giro, perchè ci facevi ridere e ci aiutava ad essere felici, con semplicità.
“Avè fumà voi le me cicche?” Si, Angelo! Ogni tanto le lasciavi nascoste nei cassetti della sala e noi ovviamente non ci facevamo scappare l’occasione di rubartele.
“Avè fat voi tut quel casìn?” Si, Angelo! Succedeva praticamente dopo ogni allenamento. Ci fermavamo ore e ore in sede a far cavolate e lasciare tutto in disordine…e tu, puntualmente il giorno dopo, mettevi tutto a posto tra rabbia e, credo, tantissima comprensione.
“Come stalo el me coscritto delle Sarche?”… sta benino Angelo….


Mancherai alla comunità di Calavino: la tua presenza è sempre stata importante perchè gradevole, silenziosa, pura. Io ti ricorderò così, in questo mix di simpatici aneddoti e ricordi, perchè fanno parte di me, di quello che sono diventato.


P.S. alla fine hai vinto ancora tu: ci hai lasciato di corsa senza dirci dove cavolo crescevano tutti quei porcini in Bondone…andare a cercarli sarà il modo più bello per ricordarti. Fai buon viaggio!


PS 2: ho trovato anche questa foto, per te!

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