Pro loco trentine: la strada fatta dal 2012 ad oggi

Editoriale centopaesi settembre 2014

Il bradipo, il riccio ed il camaleonte

Scrivo questo pezzo di ritorno dalla conferenza stampa di presentazione di un evento organizzato da una Pro Loco Trentina, nella quale, da un pensiero fugace, mi è scappato di definire la stessa Pro Loco come un “camaleonte”. Incuriosito dalla mia stessa fantasia, mi sono messo a pensare però che il paragone sia davvero pertinente ed attuale, e così mi è venuta in mente anche l’aggiunta del bradipo e del riccio.

E’ innegabile che oggi le associazioni di volontariato, e nello specifico, le Pro Loco, stiano passando un momento di difficoltà sia economica ma anche di identità. Se i problemi economici possono essere superati, quelli di identità invece sono più difficilmente risolvibili. L’approccio alla soluzione di questi problemi identitari non è sicuramente quello del bradipo: troppo lento, quasi pigro. Le Pro Loco non possono, oggi, stare ferme ad aspettare che il cambiamento arrivi da solo. Non è più il tempo di puntare il dito e dire “è colpa di..”, “vedrai cambierà”, aspettando tempi migliori. Il tempo passa, troppo velocemente, e restare fermi a pisolare non è sicuramente la strategia migliore. Neppure la strategia del riccio mi sembra la più adatta perchè fermarsi e buttare fuori gli artigli nel momento del pericolo può permettere, nella maggior parte dei casi, una sola risposta temporanea. La difesa però non è sufficiente, perché occupa troppe risorse che, a mio avviso, dovrebbero essere in parte utilizzare al pensare una strategia di attacco successiva. Ecco che allora arriviamo al camaleonte: si adatta al “colore” del momento, cambiando in base al cambiamento delle condizioni esterne, ed è pronto ogni qualvolta il mutamento si verifica. Vuol dire essere attivi, ricettivi, pronti e disponibili a fare proprie le condizioni che in quell’istante “colorano” il presente. L’oggi è così: veloce, mutevole ed i vecchi schemi a cui si è ancorato l’agire del volontariato turistico fino a qualche anno fa non sono più adatti. Il saper dare risposte al presente attraverso sinergie, collaborazioni, magari attraverso la ri-definizione delle proprie proposte di animazione turistica, il fatto di saper coniugare talvolta turismo con cultura e tradizioni in modo originale è la prova tangente di quanto simpaticamente ho provato a descrivere con il paragone animale. Tornando alla realtà, credo che la strada intrapresa da alcune Pro Loco Trentine, che ho potuto realmente percepire nel visitare alcuni eventi estivi, sia quella che permetterà allo straordinario mondo che presiedo, quello del volontariato turistico, non solo di sopravvivere a questo momento di difficoltà, ma di ritagliarsi un ruolo di primissimo rilievo. La strada è sempre in salita, lo sappiamo tutti, ma credo che con questo approccio “camaleontico” la salita possa diventare più agile da percorrere

Pro loco trentine, la strada fatta dal 2012 ad oggi

Editoriale Centopaesi giugno 2014

La 5 edizione di Locus Locorum si è conclusa portandosi dietro, come logico aspettarsi, cose buone e cose invece su cui occorre fare qualche aggiustamento. Partiamo dalle cose da migliorare: la manifestazione non è riuscita ad esplodere come tutti ci aspettavamo. Nei giorni successivi alla manifestazione ho avuto il piacere di scambiare qualche opinione con dei presidenti di Pro Loco presenti, ragionamenti molto costruttivi e critiche tutte composte e utili, ma non credo sia il caso di elencare le potenziali ragioni per cui la manifestazione ha deluso le attese. La cosa che però tengo a sottolineare è che non è stato fatto meno degli altri anni: complessivamente sono stati consumati 4072 piatti, in media 200 piatti a Pro Loco! Il dato, in sé, può dire tutto o niente, ma io lo interpreto come il consolidamento di un percorso che continua ad essere fatto di piccoli ostacoli da superare e di aggiustamenti da apportare. La filosofia di pensiero del direttivo della Federazione non è né quella di vedere il bicchiere mezzo pieno, né quella di vederlo mezzo vuoto: la nostra filosofia è quella di riempire il bicchiere ed ogni esperienza che viviamo, sia essa più o meno positiva, ci aiuta a fare in modo di poter trovare una strada per riempire il nostro bicchiere. Ecco perché, complessivamente, reputiamo l’esperienza di Locus Locorum 2014 un passaggio importante su cui fondare l’edizione 2015. Personalmente, però, vorrei esprimere la mia soddisfazione per come sono andati i lavori assembleari: 61 presenti, non si erano mai registrati in una assemblea non elettiva. Questo dato mi soddisfa particolarmente perché lo interpreto come il segnale di un importante affiatamento di tutte le nostre associate. In questo periodo delicato e cruciale c’era proprio bisogno di mandare un segnale di compattezza e vi posso garantire che ci siamo riusciti appieno. In questi due anni di mandato abbiamo cercato di ritagliarci un peso ed un ruolo importante e piano piano stiamo raggiungendo l’obiettivo. Il 2015 si presenterà come anno cruciale e di totale cambiamento per il nostro settore e noi dobbiamo riuscire ad essere presenti nella maniera più positiva e costruttiva possibile. Ecco perché possiamo dirci soddisfatti: vedere una sala così piena, così attenta, così presente, significa dimostrare di voler essere partecipi in piena persona a questo grande cambiamento. La parola d’ordine, adesso, è continuare su questa strada. La Federazione, con tutte le difficoltà che contraddistinguono il volontariato, spera proprio di poter contare sulla forza complessiva di tutte le sue associate, perché senza unione non si fa la forza, e senza forza, in questo settore ricco di interessi e di poteri molto più forti dei nostri, non si riesce ad avere peso.

Per concludere, vorrei davvero ringraziare di cuore tutte le persone che hanno partecipato e contribuito alla realizzazione di Locus Locorum 2014, siano essi soddisfatti o meno. Non dobbiamo vedere queste esperienze come fini a se stesse, dobbiamo pensarle come passaggi conseguenti per arrivare a raggiungere obiettivi molto più importanti del semplice ritorno economico. Per quest’anno ci siamo riusciti: il mondo delle pro loco ha cominciato a contare e, se vogliamo continuare a contare, dobbiamo camminare ancora lungo questa tortuosa e difficile strada intrapresa.