Mercoledì, 14-12-2011

Oggi, come pensiero del giorno, voglio proporre una poesia a me cara: l’Albatro di Baudelaire. Questi versi, davvero intensi, sono stati fonte di ispirazione!

L’Albatro

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,
grandi uccelli marini che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra
gli abissi amari.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re
dell’azzurro, goffi e vergognosi, miseramente
trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi
fossero remi.

Com’è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!
Lui, poco addietro così bello, com’è brutto e ridicolo.
Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un
altro, zoppicando, mima l’infermo che prima volava.

E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride
dell’arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali
di gigante avanzare di un passo.

Charles Baudelaire – I fiori del male

A volte scriver
diventa poesia:
parole s’accostan
sonanti d’arguzia
in croci incrociate
d’ameno pensier.
Non leggi una riga,
capirla non puoi
la mente s’intriga:
sono walzer di sensi.
Accosti, o poeta,
del giorno i respiri,
trascrivi,
cullando,
emozioni quotidiane
diventate poesia…..
all’occhio tuo
d’albatro incompreso.  E.F.

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.

Poesie del giorno

Oggi la scelta del pensiero del giorno cade su due poesie di Alda Merini: semplicemente poesia!

O poesia
O poesia, non venirmi addosso
sei come una montagna pesante,
mi schiacci come un moscerino;
poesia, non schiacciarmi
l’insetto è alacre e insonne,
scalpita dentro la rete,
poesia, ho tanta paura,
non saltarmi addosso, ti prego.

I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,         
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
 
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

da “Destinati a morire” (Lalli, 1980)