Pro loco trentine: la strada fatta dal 2012 ad oggi

Editoriale centopaesi, novembre 2014

Com’è mia consuetudine fare nell’ultimo numero dell’anno, in questo editoriale voglio riassumere in breve il grande lavoro fatto dal Consiglio della Federazione durante il 2014.

Dal punto di vista finanziario, per tutte le nostre associate, il 2014 è da considerare come annus horribilis: il taglio dei contributi, il patto di stabilità che ha impedito alla Provincia di poter erogare le somme stanziate, la crisi economica che ha reso il tutto ancora più duro da sostenere. Come sempre, però, vado a riempire il bicchiere a metà dicendo che le Pro Loco ne sono uscite alla grande, mantenendo comunque un ottimo livello di attività, incrementandone la qualità e la visibilità. Questo solo ed esclusivamente grazie al lavoro di voi volontari ai quali va riconosciuto l’indiscusso merito di saper lavorare in maniera encomiabile anche nelle difficoltà. E’ stato un anno intenso anche per la Federazione: Locus Locorum 2014, il progetto di semplificazione burocratica (sviluppato insieme a Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale), la Gita a Perugia e Assisi, l’avvio della ricerca sul contratto psicologico, le tante riunioni sul territorio per supportare le nostre associate, gli incontri con l’Assessore per definire la strategia del futuro, hanno impegnato profondamente il sottoscritto ed i consiglieri (che ringrazio enormemente per il tempo dedicato).

Il nostro impegno all’interno del consiglio della Federazione è assolutamente gratuito: siamo volontari, due volte, e quindi non siamo riusciti a fare tutto quello che magari avremmo potuto fare ma crediamo di essere stati presenti nel momento di difficoltà e cercheremo di assicurare questa nostra presenza anche per il 2015. L’anno che verrà porterà grandi ed impegnativi cambiamenti per la Federazione e per il mondo del volontariato turistico e ve ne daremo conto strada facendo. Siamo sicuri di aver segnato una cammino ben definito e deciso verso un nuovo modo di fare e di pensare il volontariato turistico e speriamo di poter raccogliere i frutti di queste nostre azioni già a fine 2015. Una cosa però la posso dire con orgoglio: le nostre proposte, pur nel momento di estrema difficoltà economica, sono sempre state accettate dai dirigenti provinciali con positività, segno che progettare con buon senso e ragionevolezza il futuro è sì attività impegnativa e difficile, ma che conduce a risultati e sviluppi positivi per tutto il nostro sistema.

Il 2014 è ormai passato ed ora non ci resta che guardare all’anno nuovo con positività e con la consapevolezza di aver dimostrato, ancora una volta, che nei momenti più complessi i volontari delle Pro Loco hanno sempre dato una concreta risposta.

Pro loco trentine: la strada fatta dal 2012 ad oggi

Editoriale centopaesi settembre 2014

Il bradipo, il riccio ed il camaleonte

Scrivo questo pezzo di ritorno dalla conferenza stampa di presentazione di un evento organizzato da una Pro Loco Trentina, nella quale, da un pensiero fugace, mi è scappato di definire la stessa Pro Loco come un “camaleonte”. Incuriosito dalla mia stessa fantasia, mi sono messo a pensare però che il paragone sia davvero pertinente ed attuale, e così mi è venuta in mente anche l’aggiunta del bradipo e del riccio.

E’ innegabile che oggi le associazioni di volontariato, e nello specifico, le Pro Loco, stiano passando un momento di difficoltà sia economica ma anche di identità. Se i problemi economici possono essere superati, quelli di identità invece sono più difficilmente risolvibili. L’approccio alla soluzione di questi problemi identitari non è sicuramente quello del bradipo: troppo lento, quasi pigro. Le Pro Loco non possono, oggi, stare ferme ad aspettare che il cambiamento arrivi da solo. Non è più il tempo di puntare il dito e dire “è colpa di..”, “vedrai cambierà”, aspettando tempi migliori. Il tempo passa, troppo velocemente, e restare fermi a pisolare non è sicuramente la strategia migliore. Neppure la strategia del riccio mi sembra la più adatta perchè fermarsi e buttare fuori gli artigli nel momento del pericolo può permettere, nella maggior parte dei casi, una sola risposta temporanea. La difesa però non è sufficiente, perché occupa troppe risorse che, a mio avviso, dovrebbero essere in parte utilizzare al pensare una strategia di attacco successiva. Ecco che allora arriviamo al camaleonte: si adatta al “colore” del momento, cambiando in base al cambiamento delle condizioni esterne, ed è pronto ogni qualvolta il mutamento si verifica. Vuol dire essere attivi, ricettivi, pronti e disponibili a fare proprie le condizioni che in quell’istante “colorano” il presente. L’oggi è così: veloce, mutevole ed i vecchi schemi a cui si è ancorato l’agire del volontariato turistico fino a qualche anno fa non sono più adatti. Il saper dare risposte al presente attraverso sinergie, collaborazioni, magari attraverso la ri-definizione delle proprie proposte di animazione turistica, il fatto di saper coniugare talvolta turismo con cultura e tradizioni in modo originale è la prova tangente di quanto simpaticamente ho provato a descrivere con il paragone animale. Tornando alla realtà, credo che la strada intrapresa da alcune Pro Loco Trentine, che ho potuto realmente percepire nel visitare alcuni eventi estivi, sia quella che permetterà allo straordinario mondo che presiedo, quello del volontariato turistico, non solo di sopravvivere a questo momento di difficoltà, ma di ritagliarsi un ruolo di primissimo rilievo. La strada è sempre in salita, lo sappiamo tutti, ma credo che con questo approccio “camaleontico” la salita possa diventare più agile da percorrere