Pro loco 2.0

Da qualche tempo, grazie al suggerimento di un caro amico, nonchè mio prof. all’Università Alessandro Rossi, sto seguendo il pensiero di Sergio Cagol (questo il suo ultimo illuminante post https://medium.com/@sergiocagol/le-destinazioni-turistiche-e-la-rivoluzione-mobile-18eb9ab66b74#.clohgq8c4).

Trovo i suoi post davvero realistici, anche se il suo realismo, per quanto concerne il sistema turistico provinciale, significa mettere in evidenza più punti di debolezza che non di forza . Il suo ultimo articolo, sopra linkato, mi ha però dato motivo di soddisfazione in riferimento al mondo del volontariato turistico provinciale (leggasi pro loco), che il sottoscritto presiede. Non voglio assolutamente fare autoproclami o chissà cosa; voglio solo evidenziare come sia stato possibile attivare una “rivoluzione generazionale”, partendo dal basso, e proporla in un mondo dove le rivoluzioni sono molto più difficili da avviare.

Il volontariato, infatti, ha logiche e dinamiche assolutamente complesse da governare: si parla di attività di volontariato, di tempo dedicato agli altri senza ricompense economiche ma solo ricco di ricompense affettive; nel volontariato le dinamiche personalistiche possono dominare l’agire di un gruppo e quindi è ben evidente come il lavoro da attivare sia molto complicato.  In quattro anni, però, il mondo del volontariato provinciale ha saputo fare autocritica ed è riuscito ad individuare la sua rotta, la sua strada da intraprendere per il futuro. In prima evidenzia metto la proposa di modificare i criteri di attribuzione dei contributi provinciali, passando da una formula numerica (composta da posti letto e residenti) al valore dell’attività proposta: un cambiamento importante, visto che i vigenti criteri sono datati 1986 (quanto è cambiato il mondo in 30 anni?) e che, nel voler guardare avanti, non possono essere più considerati attuali. Nel riformulare i criteri, le Pro loco rimettono una parte della valutazione sulla turisticità delle loro attività agli enti preposti a fare ciò: le Apt ed i Consorzi. Un atto di umiltà, di responsabilità e di riconoscimento dei ruoli. Lo abbiamo fatto perchè crediamo nel valore della responsabilità e speriamo che questo nostro primo passo venga poi ricambiato (anche se siamo ben consapevoli di essere il pesciolino Nemo alle prese con gli squali sotto psicanalisi, quindi innocui fino ad un certo punto).

Oltre a ciò, metto in evidenza la piccola rivoluzione tecnologica attivata con la realizzazione dell’applicazione #fuori. Immagino starete pensado a quanto ho rotto con sta app, ma fermatevi un secondo a guardarla e ad analizzarla bene. Una vetrina di eventi, ricca di informazioni e contenuti, fruibile gratuitamente a chi cerca informazioni sul dove passare una giornata o una serata, ma utile allo stesso tempo a chi organizza e propone gli eventi sul territorio. Uno strumento che permette di condividere tutte queste informazioni in tempo rapidissimo, semplice, intuitivo e che, di fatto, mette in mostra persone, attività, territori, stili di vita, tradizioni. Può anche sembrare poco, ma se si pensa che tutto ciò nasce dal basso, dall’ascolto delle esigenze di chi cercava un modo per essere nel virtuale pur proponendo una cosa altamente reale, beh, direi che non possiamo che essere felici di quello che abbiamo fatto.

Le rivoluzioni sono sempre difficili da attivare ma solo una cosa riesce a fungere da corazza al rischio di inciampare: la propositività responsabile. Non si deve aver paura di quando si propone a ragion veduta, dopo aver approfondito le tematiche oggetto del cambiamento e, a ragion veduta, posso dire che in questo le Pro loco del Trentino sono un passo avanti rispetto agli altri.

Tassa di soggiorno: il Trentino discute, l’Alto Adige gode

Si accendono ancora di più le argomentazioni legate alla tassa di soggiorno. In tempi non sospetti io avevo già espresso la mia personale idea che l’introduzione della tassa doveva accompagnarsi ad una riforma più strutturale del sistema della promozione trentina, cosa che invece, complice la scarsa volontà propositiva, non sta accadendo. L’eccesso di libertà sul quantum dell’imposta lasciato in buona fede ai territori, sta dimostrando come il nostro Trentino non sia ancora pronto ad un lavoro strategico sinergico, ma come sia ancora ancorato a logiche personalistiche, davvero inquietanti. Ma detto questo, cosa succede vicino a casa nostra? Succede che i concorrenti godono. La cosa ancora più sconcertante è che nei salotti di ritrovo della rappresentanza della promozione, si parla spesso di imitare il modello Alto Adige, di seguirne le impostazioni e le strategie, ma lo si dice solo per riempire le sale di parole, perchè di fatto succede il contrario.
Intanto se provate a cercare il posizionamento dei siti di promozione trentini con la parola chiave “vacanza in trentino” troviamo all’8 posto della classifica il sito http://www.alto-adige.com mentre se la ricerca si basa sulla parola chiave “vacanza in trentino alto adige” ai primi posti troviamo i portali di riferimento della promozione turistica alto atesina (solo il sito visitrentino è presente). Allora mi viene da pensare che mentre noi in Trentino ci tiriamo le menate a vicenda, gli altri lavorano celermente e ne approfittano per guadagnare posizioni e fette di mercato. Un gran peccato, perchè il territorio più bello lo abbiamo noi in Trentino: laghi, montagne, sentieri, piste ciclabili, tutto a nostra dispozione…ma la logica della posizione personale putroppo prevale ancora…che peccato!
Non voglio proporre soluzioni, perchè non mi compete….ma di una cosa sono sicuro: se ci fosse la volontà di attivare una strategia unica per la promozione turistica provinciale sarebbe tutto più semplice….