Mi immagino già la prima reazione al leggere il titolo di questo mio articolo: è andato fuori di testa? Ora cercherò di spiegarmi, per far capire che del tutto fuori di testa non lo sono. Ieri mi è capitato di leggere l’interessantissimo editoriale di Ugo Morelli riguardante la nuova generazione digitale ed in particolare l’Homo Zappiens (termine coniato dai due studiosi olandesi Veen e Vrakking), ossia brevemente dell’uomo nato con il mouse in mano.
Dopo aver letto l’editoriale, che condivido in ogni singola sillaba, mi sono messo a ragionare sul suo contenuto ed a trasporre il suo significato anche a quanto mi riguarda più da vicino.
Gira e rigira sono arrivato a ragionare anche sul mondo del volontariato e nello specifico delle pro loco, e sono arrivato alla conclusione che se è verissimo che esiste una nuova specie umana, l’homo zappiens appunto, è altrettanto vero che, a caduta, tutto ciò che ruota attorno a questa nuova specie umana ha bisogno di nuovi paradigmi.
Non ho strumenti scientifici per sostenere il mio pensiero ed il passaggio che mi porta a collegare l’homo zappiens alla pro loco zappiens potrebbe sembrare debole. In realtà, a mio avviso, non è così. Pensiamoci bene: la generazione di oggi, nata con il mouse in mano, con il tablet a disposizione a 6 anni e con l’innata capacità di capire come funziona il touchscreen già a meno di dodici mesi di vita, come potrà interpretare il saper fare volontariato, nello specifico il volontariato turistico? Antropologicamente parlando, questa nuova generazione come interpreterà il “fare volontariato”? Soprattutto, chi è venuto prima di loro, saprà coniugare il cambio di era?
Oggi siamo ancora in una fase di mezzo, soprattutto in Trentino. Ci sono modalità di fare volontariato ancora provenienti dall’era non digitale ma il cambiamento è già nell’aria ed il salto generazionale è percepibile in maniera significativa. Ecco che allora l’invito, a chi oggi si occupa di volontariato turistico, è quello di non sottovaltuare quello che sarà il passaggio all’età digitale: occorre essere sempre più preparati, attenti, non dare niente per scontato e, cosa molto più complicata, occorre concretamente realizzare che è necessario fare uno sforzo per prendere coscienza di questo cambiamento epocale.
Arroccarsi su convinzioni passate, in questo caso, non serve davvero a nulla: serve invece capire che, come in tutti i passaggi di ere, occorre abbracciare appieno il cambiamento e farsi trasportare dalla corrente giusta. Ce la faranno le Pro loco Trentine provenienti dalla storia di Pieve Tesino a proseguire nell’evoluzione della specie? Secondo me si, ed in parte alcune sono già indirizzate sulla corrente giusta.